“Pronto? Presidente? Mandi, sono Paolo.”
“Ciao Paolo. Dimmi, come va? Tutto ok presumo.”
“Ecco… ehm... diciamo che… insomma… abbiamo un piccolo problema in squadra.”
“Come… un problema in squadra?!? Ma… stiamo parlando dei Pulcini! Come può essere?”
Questo è stato, a grandi linee, il tenore della telefonata in una serata di fine anni novanta tra l’allenatore dei Pulcini dell’ASD Reanese, Paolo Barnaba e lo storico Presidente Pietro Di Giusto.
Quel problema aveva un nome e cognome: Ilaria Mauro! Già, perché era di gran lunga l’elemento più forte della squadra e i suoi compagni maschietti si sentivano, per questo motivo, un po’ a disagio.
Come detto, siamo a fine anni novanta, il calcio era visto ancora come uno sport per soli uomini e per i compagni di Ilaria era dura accettare l’idea che il più forte in squadra fosse proprio una bambina. O meglio, una ragazzina, visto che iniziava già a sfoggiare, con un po’ di sana civetteria, un bel paio di orecchini.
Trai vari ricordi di mister Paolo uno, in particolare, rimane ancora ben impresso nella sua mente.
“Giocavamo in trasferta e stavamo vincendo con un punteggio piuttosto netto. All’improvviso il portiere avversario scoppia in un pianto a dirotto. Il papà, allarmato, lo raggiunge dall’altra parte della recinzione per cercare di capire cosa fosse successo e che aveva allarmato anche gli altri presenti.
Il ragazzino, candidamente, gli dice:” Ma papà, ti rendi conto? Ho subito tre gol da una BAMBINA! Cosa mi diranno adesso i miei compagni a scuola?”
“In effetti - continua Paolo - quel giorno Ilaria disputò un’ottima gara segnando, tra le altre, una rete da cineteca: riceve un cross dalla destra, stop di petto, sombrero con il sinistro a scavalcare l’avversario, calcio al volo di collo destro e palla che si infila a fil di palo. Se un gol del genere dovessero segnarlo in serie A ce lo riproporrebbero in tutte le salse, un’infinità di volte.”
Anche papà Claudio ricorda bene quella giornata: “Era il primo o secondo anno di attività per Ilaria; la squadra gioca in trasferta e, come al solito, la accompagno. All’ingresso in campo il capitano della squadra avversaria non esita un attimo a deridere quella ragazzina.” “Ehi ragazzi, guardate… La Reanese ha una checca in squadra!” “Non ricordo molto di quella partita – prosegue Claudio – ma ho ancora perfettamente impresso nella memoria il viso di quel ragazzino, sbruffone a inizio gara, ora quasi incredulo e imbarazzato davanti a quanto visto.”
L’amore di Ilaria per il calcio nasce, in pratica, con lei. Appena riesce a camminare deve avere un pallone vicino. Già da piccolissima passa ore e ore a giocare nel cortile di casa con il fratello Nicholas, di qualche anno più grande e che in futuro si toglierà molte soddisfazioni come arbitro. Oppure, al ritorno dall’asilo, nei prati di Zompitta o nel campetto sul Torre, dove nei pomeriggi ci si ritrova per giocare a pallone. Lei unica bambina del gruppo ma è inutile dire che al momento della scelta dei giocatori per formare le squadre era proprio Ilaria in testa alle preferenze.
Quando ha sei o sette anni papà Claudio e mamma Lucia le spiegano che è giunto il momento di pensare di intraprendere un’attività sportiva. “A noi è sembrato scontato scegliere per lei la pallavolo –prosegue Claudio - sport che ci sembrava molto più adatto alle ragazzine rispetto al calcio.”
E così Ilaria viene accompagnata da mamma in palestra a Reana dove la Rojalese, storica Società locale di pallavolo, ha un fiorente settore giovanile, sia maschile che femminile.
Lei ci va quasi controvoglia, l’idea della pallavolo non la entusiasma, chi l’ha vista in questa nuova veste dice che anche lì “giocava più con i piedi che con le mani”. Per non parlare poi delle pause durate gli allenamenti che Ilaria riempiva sempre palleggiando (non serve specificare “con i piedi”).
Un giorno, il Presidente della Rojalese Sandro Gennaro chiama la mamma e le dice che forse per Ilaria il posto più adatto è a fianco della palestra, nei campi di calcio dove opera la Reanese dell’amico Presidente Pietro di Giusto.
Quindi, non senza una buona dose di scetticismo, mamma Lucia accompagna la figlia sui campi della Reanese e incontra l’allenatore Paolo Barnaba che segue la squadra dei “Pulcini”, coetanei di Ilaria. Mamma chiede a Paolo se può portare la figlia agli allenamenti con i ragazzini “se questo non vi crea problemi”. Quel pomeriggio Ilaria svolge il suo primo allenamento con una Società calcistica e la cosa sembra piacerle molto.
Al secondo giorno la mamma la va a riprendere al termine dell’allenamento; come mister Barnaba la intravede, la chiama e le dice:” Signora, vorrei parlare un attimo con lei”.
“Ecco, mi pareva - risponde mamma Lucia – siamo al secondo giorno e già crea problemi. Cos’ha combinato Ilaria?”
“Assolutamente nulla – riprende il mister – volevo semplicemente dirle che… è di gran lunga la più forte di tutta la squadra”.
E così Ilaria prosegue la stagione con i suoi nuovi compagni. Come ogni anno a fine stagione ci sono diversi tornei organizzati per le categorie giovanili. A quelli a cui partecipa lascia sempre il segno. Viene premiata o come miglior giocatore o come capocannoniere. Inizia così a impreziosire la sua personale bacheca.
Ormai era troppo evidente che il calcio, Ilaria, l’aveva nel sangue, faceva parte del suo DNA. A tredici anni però, dopo tre stagioni trascorse con la Reanese, è chiamata a prendere una prima decisione importante: infatti a quell’età non sono più previste squadre miste in seno alla FIGC per cui deve giocoforza trasferirsi in una società che svolga anche attività femminile. La scelta ricade sul “Letti Cosatto” di Tavagnacco, paese a pochissimi chilometri da Zompitta, anche se le costa non poco dover lasciare gli amici di sempre e un ambiente bellissimo. Intraprende questa nuova avventura insieme a Sara Zucchiatti, sua compagna a Reana. Siamo nel 2001 e Ilaria gioca la sua prima stagione a Tavagnacco nella formazione Primavera disputando il campionato di Serie D.
L’anno successivo, a soli quattordici anni viene inserita nella rosa della Prima Squadra allenata da Claudio Fortunato conquistando ben presto, a forza di marcature, il posto da titolare. Già alla prima apparizione in Serie A lascia il segno realizzando una rete contro il Milan.
Nella stagione 2006/2007 debutta nella Nazionale Under 19 mentre nella stagione successiva arriva anche la chiamata dalla Nazionale Maggiore.
L’apice delle sue annate a Tavagnacco lo raggiunge nelle stagioni 2010/11 e 2012/13 contribuendo in maniera determinante alla conquista di due storici secondi posti che significano per il Tavagnacco, paese di poche migliaia di anime, la partecipazione alla Women’s Champions League.
In quest’ultima stagione vince anche la Coppa Italia realizzando la prima rete nella finale con il Bardolino.
Nell’estate 2013 partecipa al Campionato Europeo che si disputa in Svezia e proprio qui viene notata dai dirigenti del Sand, società militante nella 2. Budesliga Sud, la nostra Serie B. La decisione da prendere è importante, potrà cambiare il suo futuro, nel bene e nel male; accetta questa sfida, firma per il Sand e al suo primo campionato in Germania contribuisce alla promozione della società in Frauen-Bundesliga conquistando anche il titolo di capocannoniere del torneo con 24 reti all’attivo.
Nella seconda stagione con il Sand dà il suo determinante apporto alla salvezza della squadra: sua la rete decisiva all’ultima giornata che sancisce per i suoi colori la permanenza nella massima categoria.
Nel 2015 viene ingaggiata dal Turbine Potsdam dove disputa una sola stagione.
Nella successiva, il ritorno in Italia dove sottoscrive un contratto con la Fiorentina Women’s. Sarà una coincidenza ma alla prima stagione la Fiorentina centra la doppietta Scudetto e Coppa Italia.
L’anno successivo la Viola giunge quarta in Campionato mentre bissa la vittoria in Coppa Italia. Nella finale di Noceto è proprio Ilaria ad aprire le marcature contro il Brescia; la partita terminerà con il risultato di 3-1. Nell’ ultima stagione invece la Fiorentina colleziona due secondi posti nei due maggiori tornei.
Nell’estate del 2019 partecipa ai Mondiali che si disputano in Francia e che la Nazionale italiana affronta per la prima volta. Non parte da titolare ma quando scende in campo conferma tutto il suo valore.
Dagli esordi con la maglia del Tavagnacco nella stagione 2002/2003 fino alla conclusione della scorsa stagione i tabellini riportano per lei 299 presenze tra campionato e Coppe con un totale di 154 reti. Una media sbalorditiva! E se pensiamo che è nel pieno della sua maturità agonistica ci possiamo aspettare numeri da capogiro.
Parlavamo dei mondiali in Francia (France2019): è proprio durante questa rassegna che in Italia accade qualcosa di magico per il movimento femminile, inimmaginabile fino a poco tempo prima. In contemporanea con i mondiali femminili, in Italia si disputa la fase finale dei campionati europei Under 21 maschili, Euro2019, dove la nazionale azzurra, giocando in casa, parte con i favori del pronostico. Ebbene, le partite delle ragazze hanno SEMPRE avuto una audience maggiore in TV rispetto a quelle dei loro colleghi maschietti! Addirittura i TG nazionali, Rai e privati, più volte hanno aperto l’edizione parlando delle loro imprese in terra francese. Ormai il calcio femminile aveva fatto breccia negli italiani, alla TV ci sono sempre più gare trasmesse e il seguito è in costante aumento. E probabilmente proprio questo interesse generale ha dato l’impulso decisivo all’apertura da parte del Governo italiano verso il professionismo anche nel mondo dello sport femminile. Certo, c’è ancora strada da fare ma la breccia è stata aperta, il Governo, in sostanza, riconosce pari dignità, pari diritti tra lo sport professionistico maschile e femminile. Ora spetta alle varie Federazioni dettare le proprie regole ma la sensazione è che oramai non si può più tornare indietro! Credo di non dire nulla di strano se affermo che anche qui, Ilaria ha dato il suo contributo.
Tra gli innumerevoli riconoscimenti ricevuti un posto particolare spetta senz’altro all’ultimo in ordine di tempo e cioè il “Gran Galà del Calcio”, premio organizzato dall’A.I.C (Associazione Italiana Calciatori) che ha decretato Ilaria quale miglior attaccante della Serie A femminile nella scorsa stagione. Tanto per capirci, per i “maschietti” sono stati premiati calciatori come Cristiano Ronaldo e Fabio Quagliarella!
Ogni anno il noto sito americano di calcio femminile “Women’s Soccer United” stila la classifica delle 100 migliori giocatrici a livello mondiale. Nel 2017 sono state due le italiane entrate in classifica: Barbara Bonansea e Ilaria Mauro. In quell’anno Ilaria, insieme alla Bonansea, si è messa in mostra nella rassegna internazionale di Euro 2017 mettendo a segno due reti contro la Russia e la Germania.
In una classifica delle calciatrici italiane più forti e seguite sui social la nostra Ilaria si è brillantemente posizionata al secondo posto; lei però non si limita a segnare sul rettangolo di gioco: infatti è andata in rete anche come testimonial di uno dei brand di sportswear più prestigiosi al mondo.
In ogni caso riconosce come l’esperienza in Germania per lei abbia rappresentato una svolta sia come persona che come carriera. “Ho imparato a conoscermi meglio e ad aprirmi”.
Come è comprensibile gli impegni non le permettono di rientrare frequentemente nella sua Zompitta dove ci sono i genitori e gli amici di una vita. E allora, se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto; papà Claudio e mamma Lucia, a volte accompagnati dal fratello Nicholas, più volte all’anno la seguono dalle tribune degli stadi. E proprio al papà la campionessa è particolarmente riconoscente. Recentemente ha dichiarato che “se sono arrivata dove sono ora è grazie a mio padre, perché comunque mi ha chiesto sempre un qualcosa di più dalle mie prestazioni. Se segnavo due o tre gol mi diceva brava ma c’era sempre un: ‘ah ma potevi buttarla dentro in altre due occasioni! È grazie a lui se sono così, che non mi accontento mai”. E ricorda anche le innumerevoli volte che mamma la accompagnava agli allenamenti; sacrifici, sì, ma ampiamente ripagati.
Ci sono svariati modi per ringraziare i genitori e i familiari che dedicano molte delle loro energie per assecondare i figli nel raggiungere importanti obiettivi nella vita. Ilaria ne ha scelto uno per certi versi molto semplice ma estremamente profondo. Dopo i mondiali di “France 2019” la Federazione ha consegnato a ogni giocatrice diverse copie di un libro di fotografie che raccoglie i momenti più importanti sia personali che di tutta la rassegna mondiale. Lei la prima copia l’ha voluta regalare a mamma e papà con la seguente dedica: “A Voi che avete reso possibile questo SOGNO!! Un grazie di cuore. Ilaria”. Quando Claudio mi ha fatto leggere la dedica ha tentato di dirmi qualcosa ma è rimasto bloccato dall’emozione. Non ce n’era bisogno Claudio, in quel momento i tuoi occhi hanno detto più di mille parole!
“Pronto? Presidente? Mandi, sono Paolo. Abbiamo un problema.”
“Eh… caro Paolo… ce ne fossero di problemi così!
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Luciano Morandini